Monte Casale/Primo Pilastro/Pilastro Giusti – Via del Missile

Schede primarie

Monte Casale/Primo Pilastro/Pilastro Giusti – Via del Missile

Monte Casale/Primo Pilastro – Via del Missile
Difficoltà: 
VII- / VI+ e A0
Sviluppo: 
360m
Gruppo Montuoso: 
Prealpi Trentine
Località di Partenza: 
Pietramurata (Dro)
Quota di Partenza: 
250m
Quota di attacco: 
500m
Quota di vetta: 
800m
Avvicinamento: 
1:00h
Tempo di salita: 
6:30h
Tempo di discesa: 
1:15h
Esposizione: 
Sud-Est
Periodo: 
Mezze stagioni
Data ripetizione: 
07/04/2024
Attrezzatura e materiale: 

Soste a chiodi, alcuni chiodi lungo la via. Indispensabile una serie di friends fino al 3 (utile anche il 4), doppiando lo 0,75 e l’1, un mazzo di dadi, cordini.

Descrizione avvicinamento: 

Raggiungere in auto il paese di Pietramurata e, sul vialone principale (viale Daino), individuare sulla destra un ingrosso di frutta e verdura, dove è possibile parcheggiare (da qui è già visibile la parete con Il missile).

Attraversare la strada camminando in direzione della parete e, all’imbocco della via Collungo, individuare un cartello di legno che indica una ferrata: non seguire il cartello, ma imboccare il sentiero che gli si stacca sulla destra. Seguirlo fino a immettersi in una strada forestale, fino a individuare una traccia di sentiero che sale sulla sinistra: la si segue lungamente risalendo un ghiaione obliquando verso destra: a volte la traccia è poco visibile, comunque l’importante è riuscire a un certo punto a traversare verso destra fino a raggiungere un primo zoccolo della parete (noi abbiamo risalito un evidente canalino ghiaioso - molto friabile, prestare attenzione). Una volta sullo zoccolo si prosegue nel bosco, si aggira uno spigolo e poi si risale in direzione della parete risalendo un canalino boscoso molto ripido (raggiunta la parete si vede la targhetta metallica della via “Trice” – noi qui abbiamo preparato il materiale). Qui si prosegue ancora costeggiando la parete verso destra, risalendo ancora per roccette e una rampa terrosa fino a raggiungere un pulpitino con un alberello in corrispondenza di un canalino.

Descrizione itinerario: 

1° Tiro: portarsi verso la parete, risalire per roccia delicata fino a un alberello, poi obliquare decisamente verso sinistra raggiungendo una cengetta che, sempre verso sinistra, conduce a una grossa scaglia staccata, in corrispondenza di uno spigolo, ove si sosta (usare un cordino sullo spuntone). IV, 20m

2° Tiro: superare lo spigolo verso sinistra disarrampicando e portarsi verso la splendida rampa/diedro fessurata, che si risale interamente fino a un terrazzino ove si sosta. V, 40m (prestare attenzione a gestire le protezioni, soprattutto la prima che si piazza, perché le corde faranno molto attrito).

3° Tiro: seguendo l’evidente fessura verso sinistra si traversa fino a un lungo cordino: qui ci si abbassa un pochino sempre traversando, superando il passo chiave del tiro, poi ancora ricominciare a salire obliquando verso sinistra fino a raggiungere la sosta su tre chiodi: noi non ci siamo fermati qui, abbiamo proseguito verso l’alto (tratto di VI) fino a raggiungere la cengia soprastante, dove si trova una sosta a spit molto più comoda. VI+, 35m

4° Tiro: dalla sosta a spit non ci si alza seguendo gli spit soprastanti, ma si traversa verso destra raggiungendo il bellissimo diedro fessurato che si risale interamente fino a un blocco che lo chiude: qui si esce sulla destra su un terrazzino, ci si sposta verso destra e si risale ancora un muretto fino alla sosta. V+, 35m

5° Tiro: si attacca l’evidente diedro sulla destra, ben protetto (presente anche un cordone per l’A0). Una volta raggiunto il suo termine, si traversa verso sinistra fino alla sosta in un piccolo diedrino. VII- o A0, 35m

6° Tiro: si sale verticalmente sopra la sosta, raggiungendo delle lame che portano ad obliquare verso destra raggiungendo una serie di piccoli diedri che si risalgono cercando con logica i tratti meglio scalabili. Verso il finale si affronta un ultimo tratto strapiombante fino a raggiungere la sosta su un pulpitino alla base di un camino. VI+, 45m

7° Tiro: si attacca l’evidente camino risalendolo interamente, poco dopo il suo termine si giunge a una sosta sotto la verticale di una bella lama/fessura. V+, 20m

8° Tiro: risalire la fessura (dado incastrato) e, giunti al suo termine, si continua obliquando verso destra. Si supera un primo strapiombetto aggirandolo a destra, poi si sale ancora obliquando verso destra, fino a raggiungere un grosso spuntone staccato dalla parete: lo si supera continuando a traversare verso destra, si percorre una cengia terrosa e si sosta su un alberello alla fine di essa. VI, 40m

9° Tiro: risalire il diedro sulla sinistra che porta a una zona alberata. Continuare sempre per diedro fessurato giallo, fino a che non è possibile traversare per 6/7 metri fino a un’altra zona alberata ove si trova un alberello con cordone, dove si sosta. V+, 35m

10° Tiro: ci sono più uscite possibili. Noi abbiamo seguito questa: dalla sosta alzarsi a prendere il diedro fessurato sulla sinistra (passo impegnativo di ingresso), salire tutto il diedro che, al suo termine, risulta chiuso da un tetto. Alcuni metri sotto il citato tetto un chiodo indica di traversare a sinistra: traversare leggermente e proseguire per fessure formate da blocchi instabili. Salirli fino a sotto l'evidente tetto sovrastante. Usare la fessura sotto il tetto per traversare a sinistra, quindi affrontare il tetto per una fessura larga (cordino penzolante, utile friend del 4), risalire quindi le rocce fino al bosco ove si sosta su pianta. VI+, 45m

Discesa: 

Ci si incammina obliquando verso destra (viso a monte) per qualche minuto, cercando di intercettare la strada forestale che porta verso Sarche (sempre verso destra, viso a monte). La si segue lungamente fino a incrociare una palina con indicazione verso Sarche, che si segue per qualche metro fino a intercettare una traccia di sentiero che scende verso sinistra nel bosco e si prosegue seguendola fino a raggiungere lo stradone che porta verso Trento. Qui, se non si è lasciata una macchina precedentemente, si fa l’autostop per tornare verso Arco e farsi lasciare a Pietramurata, nei pressi della cava, dove si è lasciata l’auto.

Primi salitori: 
Giuliano Stenghel, Alessandro Baldessarini
Ripetizione di: 
Claudio Inselvini e Laura Cavasin
Disclaimer
L’alpinismo su roccia e ghiaccio è un’attività potenzialmente pericolosa se non praticata con adeguata preparazione fisica e psicologica. Quanto riportato nella relazione, pur essendo redatto con grande precisione, deve essere valutato sul luogo e non può sostituirsi alla vostra valutazione ed esperienza personale.