LA CADUCITÀ DELLA VITA, E ANCHE DEI MATERIALI...

LA CADUCITÀ DELLA VITA, E ANCHE DEI MATERIALI...
Regione: 
Oltrepo pavese
Gruppo montuoso: 
Sabbie compresse
Località: 
Guardamonte
Difficoltà: 
Piatte e sabbia

Come ogni anno, i nuovi osservatori della Scuola partono di prima mattina per arrivare a Bagnaria, presso la postazione del  Centro studi materiali e tecniche del CAI per le attività alpinistiche.

Il nostro gruppo è composto da Iza, Flavio, il Barone, io e l'immancabile Beppe, e per una buona parte del viaggio accompagnati anche da Stefano.

Come prima attività ci viene proposto di andare in una piccola falesia del luogo a fare le prove di trattenuta: 80 chili che cadono dal cielo con un solo rinvio, un assicuratore e le nostre povere braccia a tenere la caduta. Se Inizialmente mi sentivo tranquilla avendo provato più volte a tenere il caro Barone in caduta libera, appena arrivati l'istruttore ci fa del buon terrorismo psicologico. A quel punto inizio a domandarmi se effettivamente sarò in grado di reggere il peso o se la schiena non mi si spezzerà.

I primi iniziano a cimentarsi nell'esercizio e non tutti si scoprono persone con cui vorresti trovarti in parete... fortunatamente tutti i miei compagni danno prova di una buona tenuta e devo dire che questo mi rasserena molto!

Oltre a mostrarci la forza che viene esercitata sul rinvio, a seguito della caduta, ci viene fatto vedere come molti materiali si spezzano se non usati correttamente. La buona notizia? Che una bella corda dinamica tiene benissimo il nostro peso e le nostre cadute. Diversamente non si può dire per il kevlar, e per moschettoni mal posizionati...

Però che ci serva da lezione!

Subito dopo aver incassato qualche colpo nelle prove di trattenuta ci vengono date due ore per scalare sull'arenaria. Roccia strana, diversa dalle nostre belle falesie del lecchese a tacche. Bagnaria ci offre svase e piatte belle sporche di terra. Ora capisco perché il Piatto si tiene così tanto!

Comunque, il buon Milesi ci ha fatto viaggiare leggeri e non abbiamo né corda, né scarpette, si giustificherà dicendoci che il programma ha subito variazioni!!

Quindi, dopo una lunga passeggiata invidiando chi scala, ecco che si parte alla volta dell'aula dove ascolteremo la lezione teorica.

Qui ci aspetta un'ora di numeri, pesi, potenze, forze di cui io capisco ben poco, fortunatamente c'erano le immagini....

Proprio mentre le pance iniziano a borbottare, il dovere finisce e ci viene servita una merenda su cui noi ci avvertiamo, non avendo portato nulla da mangiare ed essendo ormai già pomeriggio avanzato. Anche in questo caso noi siamo stati ben più leggeri dei nostri compagni, i quali già da tempo avevano tirato fuori merende e panini dai loro zaini. Quanto a noi, il buon Beppe ci ammonisce che “dobbiamo imparare ad aspettare” e che quindi non aveva sbagliato a non farci portare nulla.

Ormai sazi, e forse qualcuno anche alticcio, ritorniamo alla macchina, pronti per tornare dalla nostra amata roccia, che, anche se unta, ha ormai rubato i nostri cuori.

Chiara.

12/04/2025