Week end al Bianco, andato in bianco.

Il Corno Stella
Regione: 
Piemonte
Gruppo montuoso: 
Corno Stella, Alpi Marittime
Località: 
Rifugio Bozano
Difficoltà: 
6a

Siamo  prossimi alle vacanze estive. Si lavora ancora, chi più  e chi meno, ma si respira già aria di vacanza.  Prima  di  partire  per  le  vacanze  programmate  con  le  relative  famiglie,  io  e  Beppe  ci troviamo  soli  e  con  un  po’  di  tempo  libero  a  disposizione:  come  impiegare  il  nostro  tempo  libero  è superfluo  dirlo,  dato  che  la  passione  che  condividiamo  è  molto  forte,  così  gli  butto  lì  un  paio  di giorni  al  Bianco.  La  risposta  non  è  un  vago  “si,  si  potrebbe  fare”  ma  una  mail  con  un  programma già  definito  nei  minimi  dettagli  su  pernottamenti,  viaggio,  relazioni  di  vie  e  tabelle  di  marcia  degne di uno  stratega militare, in pieno  stile Milesi. Così accetto, studio  bene le relazioni delle vie su roccia  che  andremo  a  fare,  mi  vedo  già  in  punta  di  piedi  su  un  granito  leggendario,  e  immagino l’impegno  che possa comportare arrampicare ad una quota come quella del Bianco. Tutto  questo svanisce  pochi  giorni  prima  della  partenza,  una  grossa  perturbazione  transita  su  tutto  l’arco  alpino e rovina quel meticoloso  programma che nei giorni precedenti ci eravamo  preparati. Ci troviamo per  fare il punto  della situazione e vediamo  che le previsioni meteo  non offrono  scampi da nessuna parte: da est a ovest, dalla Valle d’Aosta alle Dolomiti le alpi sembrano  avvolte in una unica immensa nuvola. Fino  a quando, come un  raggio  di sole che perfora una nube, una illuminazione fa brillare la mente di Beppe. “Proviamo  con le Alpi Marittime, al Corno  Stella”. La prima cosa che guardiamo  è  il  meteo,  la  situazione  sembra  abbastanza  buona  anche  se  il  clima  non  sarà  dei migliori, un rapido  check  delle vie e poi scatta la chiamata al rifugio  Bozano. Da qui arriva la conferma definitiva, il posto  c’è e quindi abbandoniamo  ramponi e picche a favore delle più comode/scomode scarpette da arrampicata.

La partenza alle 5:30 non è delle più sconvolgenti, e dopo  4 ore di macchina alle 9:30 siamo  già con gli zaini in spalla in località “Gias  delle mosche” sopra  le  terme  di  Valdieri  a  quota  1591  mt.  Il  cartello  indica  il  rifugio  a  2:30  h,  ma  chi  è  mai  andato in  giro  con  Milesi sa che quei cartelli sono  pura fantasia, infatti alle 10:59  varchiamo  la porta del rifugio  Bozano  a  quota  2453  mt,  confermando  così  un  altra  volta  il  soprannome  di  Beep  Beep.  Un breve ristoro  in compagnia di Marco, il gestore del rifugio  che ci consiglia al meglio  le ottime vie della parete: visto  che siamo  in anticipo  sui tempi, e che la perturbazione pomeridiana sembra essere leggermente in ritardo  decidiamo  di arrampicare anche oggi, saliamo  così l’avancorpo  della parete sud-ovest del Corno  Stella, per  uno  splendido  pilastro  di gneiss  granitico  che in 8 tiri ci conduce alla cengia mediana che taglia in 2 la parete. Un paio  di calate e una breve camminata e siamo  di  nuovo  al  rifugio  dove  ci  aspetta  una  ottima  cena  con  una  ottima  compagnia  e  il  meritato riposo.  Il  silenzio  della  notte  è  intervallato  da  raffiche  di  vento  molto  forti  che  si  abbattono  contro  il rifugio  e  fanno  abbassare  le  temperature.  

La  mattina  dopo  colazione  aspettiamo  che  l’asticella  di mercurio  si alzi leggermente, dato  che segna 12° e che le due cordate che sono  impegnate sulla via  che  avevamo  deciso  di  salire  all’avancorpo  avanzino  nella  via.  Dopo  mezz’ora  l’asticella  di mercurio  è ancora ferma, esattamente come la prima delle 2 cordate che ci precedono  che è incrodata esattamente allo  stesso  punto  di prima. Un  rapido  consulto  con  Marco, il gestore del rifugio  e  cambiamo  via  in  corso  d’opera,  partiamo  già  imbracati  dal  rifugio  e  giungiamo  all’attacco dove risaliremo  nuovamente l’avancorpo. Mancano  2 tiri alla grande cengia mediana e la situazione  meteo  precipita:  la  temperatura  non  è  delle  migliori,  il  vento  continua  a  soffiare  forte contro  la parete e alle nostre spalle sembrano  incombere delle grossi nubi nere. Comincia a gocciolare,  mancano  ancora  2  tiri  e  dico  a  Beppe:  “ma  piove?”  lui  risponde  con  un  secco  “shhh, non  dirlo  neanche”  così  dopo  le  ultime  bagnate  lunghezze  sotto  una  leggera  pioggia  siamo  di nuovo  sulla  cengia,  stesso  punto  di  ieri.  Essere  arrivati  per  due  volte  allo  stesso  punto  senza  aver scalato  l’intera  parete  è  uno  smacco  troppo  grosso,  così  senza  nemmeno  consultarci  sappiamo tutti  e  due  cosa  dobbiamo  fare:  procedere.  La  seconda  via  è  stata  scelta  da  Beppe,  a  discapito delle linee moderne di modesta difficoltà che corrono  lungo  la parete, la scelta è caduta sulla superclassica,  la  via  Campia.

Attacchiamo  la  via  e  il  meteo  sembra  voler  premiare  la  nostra  tenacia con una tregua, così alterniamo  tiri su una placca super  lavorata, a diedri, a traversi molto  delicati, dove la chiodatura a chiodi rende il tutto  più frizzante rispetto  la linea sicura data dagli spit. Dopo un  tiro  che  esce  su  una  vena  di  quarzo  alta  tre  metri  che  taglia  in  2  quasi  orizzontalmente  tutta  la parete, ed un ultimo  tiro  che ci porta fuori dalle difficoltà siamo  giunti in cima alla parete, asciutti, stanchi,  ma  molto  felici  per  la  scelta  da  noi  presa.  Una  lunga  serie  di  calate  ci  riporta  nel  canale detritico, dove ripercorriamo  lo  stesso  sentiero  di ieri che in poco  ci riporta al rifugio, ci gustiamo la nostra birra premio  in  compagnia del rifugista e siamo  pronti a ripartire, alla volta della macchina e poi di nuovo  in direzione Milano, dove una autostrada deserta ci riporta di nuovo  a casa nostra.

Grazie  al  mio  compagno  di  scalata  per  questa  nuova  salita,  che  è  cominciata  come  un  ripiego  ma si  è  dimostrata  ricca  di  soddisfazioni.

9-10/08/2017

Manuel  P. 

10/08/2017
Alpi Marittime
Gias delle Mosche
Incontri ravvicinati al rifugio
La Parete superiore del Corno Stella
La parte superiori della Parete vista dalla cengia
Foto di Vetta