Un Insieme di animali morti

Domenica 5 novembre

Terza, quarta, quinta..? NUOVA uscita del corso di Arrampicata: destinazione Balconata

Apro la finestra e… CHE SOLE! E CHE FRECH! Più che un giorno per scalare, avrei voglia di sciare ma l’orologio ticchetta e non posso guardare oltre le montagne in lontananza

Ho finito latte caffè e biscotti (il che rende la situazione grave), ma ovviamente lo scopro solo aprendo il frigo.. “tanto Gigi vorrà fare colazione”. E con questo pensiero in testa (non Gigi, la colazione ovviamente) riesco ad arrivare in orario o quasi al parcheggio. Aspettiamo l’ultima macchina (ma quante ne dobbiamo prendere oggi??) e via, Civate ci aspetta! 

Dopo una strada non proprio ben asfaltata, arriviamo a un finto posteggio dove si fermano tutti, ma il nostro autista è sgamato quindi saliamo ancora 20 metri 

Un guado e numerose paia di calze bagnate dopo, eccoci sul sentiero piastrellato “meno male niente fango”, non faccio nemmeno in tempo a pensarlo che ci ritroviamo a schirligare (termine tecnico) in una viscida miscela di acqua e terriccio, che bellezza!  Una ravanata degna del Maraja, con tanto di ringhiera di corda (ecco perché l’hanno messa) superata al grido di “afferra questa pianta, è stabile” 

Dopo un invidiabile warm up, eccoci in balconata, e che giornata! Il Resegone ci saluta e il cielo è talmente blu che è proprio blu e l’aria è frizzante, la parete si staglia accanto a noi ed è tutta nostra, gli uccellini cantano e le lucertole prendono il sole sul calcare (“che vi ricordo essere un insieme di animali morti” cit) ma veniamo alle cose importanti: la roccia sarà asciutta? 

Per Nicholas non c’è dubbio “asciutto! che domande!” 

Per noi qualche dubbio invece c’è, “ma quella è acqua!” “No Camilla è fango” ANNAMO BBENE

(Comunque per quelli che se lo stessero chiedendo, si. Abbiamo fatto colazione, ma se vi racconto pure quello, diventa un papiro, e già così…)

Una volta ripassate le posizioni fondamentali e il famigerato triangolo che ha di certo ispirato Renato Zero, siamo pronti per verificare in prima persona quanto Nic avesse ragione 

In effetti è quasi asciutta, suvvia. Arrampichiamo godendoci il sole e i maniglioni di calcare in compagnia di cimici, cavallette giganti e lucertoline graziose che a differenza mia non hanno problemi ad affrontare la placchetta tutta a sinistra (non fatela mai)

Saliamo da secondi, da primi e da terzi (no da terzi no) conquistando tutti i tiri della falesia per rendere Beppe orgoglioso (si sa, con meno di 7 non si va a casa). Facciamo anche la manovrina per la gioia della Terry, che passa l’intera mattina a prendere sole, appollaiata in cima alla falesia nella vana speranza di vederci salire da finti primi in tempi brevi 

Per la prima volta sperimentiamo una salita senza corda dall’alto: che gioia e che goduria (se ci si ricorda di aprire la ghiera prima di prendere la corda in mano) . Cerco invano Paoletta che nel frattempo si è dileguata, ma trovo un altro allievo abbandonato e decidiamo di farci compagnia nell’attacco ai tiri stronzi (lo potevo scrivere?) che però ci danno soddisfazione 

Ci gasiamo abbastanza da voler tentare il “tiro impossibile di questa falesia”, dice Andrea (ma non l’avevamo appena fatto?) Viviamo tutti male il passaggio “duro” ma a parte quello, le botte in testa e lo stucco metallico che tiene insieme la roccia, è molto bello e divertente tanto che ci viene voglia di spostarci nel settore più in basso dove i tiri sono talmente lunghi da toccare il cielo (“anche questi comunque sono cumuli animali morti” cit)

Tutti hanno finito e stanno togliendo l’imbrago ma qualcuno ancora sull’ultimo tiro, regala improperi gratuiti alla parete che, poverina, al contrario di Simo e Gigi non ha fatto niente di male (a parte essere piena di acquasantiere -anche qui termine tecnico- cariche di fanghiglia che riempie le mani manco fosse la scena del vaso di creta in ghost). Francesca lancia incoraggiamenti che non hanno l’effetto sperato (scusa) ma nonostante tutto, illuminata da un raggio di sole mai visto prima e circondata di polvere fatata, eccola: la catena!!

Conquistata (con fatica, parolacce, sudore, sangue e un dito bucato) l’ultima vetta, facciamo un piccolo debriefing all’ombra degli alberi e poi via, verso il vero motivo per cui andiamo a scalare: la birretta ci aspetta! (Gigi me ne devi ancora una)

Camilla.

05/11/2023