La via è giusta, se le vie vuoi fare

Eccoci, rapida e concisa presentazione siamo in dieci, ovvero il 46esimo Plotone Climbers che frequenterà il corso di alpinismo, detto questo bando alle ciance, si parte! Freschi di lezione su nodi, soste e chi più ne ha ne metta, è giunta l’ora di applicare il tutto sul campo. Ritrovo in quel del Bassi di seregno CARICHI, anzi CARICHISSIMI!In un attimo si assegnano le macchine, e si parte, rotta: “Placchette San Martino”. La carovana giunge a destinazione in perfetta tabella di marcia al punto x di ritrovo. Rapida camminata di avvicinamento, una ventina di minuti di puro sudore dato la cappa di caldo.Ed ecco poco dopo davanti ai nostri occhi, di studenti e insegnanti, ergersi quella che sarà la nostra scuola per oggi, una bellissima parete di calcare bianco. Imbragati e appeso tutto l’occorrente, si può dire che l’avventura può iniziare. E come ogni grande impresa che sta per compiersi non può mancare un bel discorso motivazionale e sopratutto introduttivo, breve, ma con metafore e immagini sempre ricercate, che ci da un ottimo quadro illustrativo di quel che ci aspetterà per i prossimi mesi e si spera per molto più ancora. Ed ora, taglio del nastro o nel nostro caso di una corda e si parte sul serio (nessuna corda è stata maltrattata).Ci dividiamo in tre stazioni didattiche, infissione chiodi, protezioni veloci, e ultima stazione asola e contro asola dalla quale un impaurita alunna ha cercato di dileguarsi scappando nel bosco con la corda ancora legata, prontamente convinta dal Lele con le giuste parole a restare tra noi. Finito l’iter introduttivo, si passa ALL’ATTACCO. Ogni studente dietro al proprio istruttore assegnato, come pulcini alla propria mamma chioccia, giunge all’attacco delle vie. Obbiettivo arrivare in sosta per apprendere e amministrare la calata in corda doppia. A noi tocca espugnare il settore di destra “Picett”, le vie dal basso si presentano come il bosco verticale di Milano, molto vegetate con qualche roccia tra una pianta e l’altra. Rapido sbroglio di corda, check nodi e attrezzatura, e attacchiamo o meglio Fabio attacca la via, arrivando come un fulmine in sosta. A ruota lo seguiamo. Con l’aiuto della “cavalleria dell’aria” siamo tutti in sosta appesi “COMODAMENTE”, si prepara la doppia come da lezione e via Verso l’infinito e oltre, che poi altro non è che l’attacco della via dal quale siamo partiti. Ed ora la giornata si ripete così fino a esaurimento scorte energie e tempo. Armati di scudo, caschi e armatura, stanchi e cotti al punto giusto dal sole, si affrontano le ultime salite, qualcuno inizia a pregustare una birra fresca o una coca gelata, ma è proprio in questi momenti che qualcuno dall’alto ascolta i nostri desideri e ci fa prevenire un frigobar in calata doppia senza corde.il tempo è scaduto, TIC TAC, doppia, terra e si mette via il materiale e si torna al punto di ritrovo con gli altri.Rapida discesa del sentiero, e al galoppo dei propri mezzi direzione meritata birra e cibo vario.Forse il richiamo del cibo è così forte che le macchine quando sono dirette verso il bar/locale stabilito, sembra che mangino l’asfalto con più velocità.Tavolata di venti e passa persone, pizza condivisa di vari modelli, praticamente finite direttamente sulla pala del pizzaiolo. Tra una chiacchiera e l’altra, l’invasione di locuste da pizza, con i volti pieni di sorrisi, forse la cosa più importante di tutte, termina la prima di una lunga serie di uscite, a presto o per qualcuno VOLTO JA.

 

Luca B.

06/05/2023