CAI Eagle Meet - Un giro tra quelli che si tengono

Località: 
Val Masino

“We Cavasin, per il weekend del 6-7-8 Ottobre non prendere impegni, che sto organizzando con il CAAI (Club Alpino Accademico Italiano) un bell’evento in Val Masino. Ci saranno i ragazzi dell’Eagle Team (*nota a fine pagina) e altri giovani under 30 provenienti da altre scuole.”

E considerando che ormai l’”under 30” comincia a diventare solo un ricordo, direi che quella del Chindamo è una proposta che non posso rifiutare.

Parto così in questo caldo venerdì di Ottobre alla volta dell’Hotel Sasso Remenno. Lungo il mio viaggio incontrerò Pietro, giovane aspirante istruttore di una scuola di Milano, e Nicholas, il mio socio di sempre, cane sciolto svincolato da ogni sorta di legge e sezione (anche se ancora per poco, la patacca sta conquistando anche lui e, come si suol dire, tira più un pelo di patacca che un carro di buoi).

Il viaggio scorre veloce insegnando a Pietro la definizione di “giallone” e il motivo per cui il primo appuntamento con una donna dovrebbe svolgersi ravanando al Pizzo Cavregasco (perché si sa, donna che ravana = donna che ti ama).

Arrivati a destinazione veniamo accolti da Domenico e altri Accademici – si respira aria di tenenza da queste parti - che ci consegnano cartellino, maglietta e un opuscolo del CNSAS con in copertina un bel giallone, per l'appunto. Ci sistemiamo in camera e scendiamo per la cena: la tavolata è lunga, ci sono un sacco di ragazzi e hanno tutti l’aria di essere molto forti - molti di loro parleranno di cose strane tipo “fessura di 7b” o “placca di 8a”, mah, questo linguaggio giovanile proprio non lo comprendo. La domanda più frequente al tavolo comunque è “domani con chi scali? Cosa farai?”, d’altronde molti di noi sono alla ricerca di un socio. Io vengo adottata da Damiano, aspirante guida alpina, e Giorgia, dimostrazione che nella botte piccola ci sta il vino esplosivo. Via prescelta è Il gran diedro della marocca, al Qualido: il nome è tutto un programma, ma uno dei nomi degli apritori lo è ancor di più: Andrea Mariani (vecchio volpone! E quando glielo dirò farà anche finta di non saperne niente, come suo solito). E così sia, attrezzatura assegnata e sveglia puntata per le 5:00 del mattino dopo.  

Dopo cena la serata prevede un intervento di Giuseppe Miotti detto “Popi”, ex guida alpina, creativo esploratore e prolifico scrittore che, attraverso la proiezione di foto di archivio, ci racconterà con entusiasmo le avventure che hanno caratterizzato la sua gioventù: fa quasi tenerezza la confidenza con cui parla di quel senso di curiosità e creatività che lo portavano a spingersi su terreni inesplorati! Di grande ispirazione e stima. La serata però va per le lunghe, finiamo a letto passata la mezzanotte e la sveglia suonerà tra 4 ore…

 

Il giorno seguente ci troviamo a fare colazione con un occhio mezzo chiuso, ma la voglia di esplorare una valle nuova è viva in tutti noi e siamo carichi. Lo squadrone Qualido è numeroso e affiatato: insieme a me, Damiano e Giorgia, al gran diedro verranno anche Nicholas e Nicolò (aka la cordata della salute). Poi ci saranno Pietro e Lucia su Impressioni di Settembre e Cerio95 (il vip!) e Luca su Quote rosa. Ci avviamo di corsa e dopo 2:40h siamo agli attacchi delle vie. La giornata è calda, il gran diedro è proprio grande (e per fortuna non troppo marocco) e noi maciniamo un tiro dopo l’altro, tra un “oppacì!” (esclamazione di Damiano) e rumorosi colpi di tosse della cordata della salute sotto di noi.

Terminata la via scendiamo facendo tappa all’hotel Qualido a scambiare due chiacchiere con alcuni climber accampati lì (o meglio, a rubargli il formaggio) e ad ammirare la severa parete est del Qualido: è una visione che fa sognare, chissà se un giorno…

Rientriamo in hotel parecchio sfatti dalla lunga giornata e dal sonno arretrato, ma niente che un gran piatto di pizzoccheri non possa alleviare. La domanda si ripete: “domani con chi scali? Cosa farai?”. Damiano mi ha adottata e io lo lascio fare, destinazione: Luna nascente.

Nel dopocena siamo tutti piallati dalla giornata, ma due giganti dell’alpinismo nostrano ci fanno resistere alla tentazione del letto: Matteo de Zaiacomo detto “Giga” e Matteo della Bordella. Giga ci racconta di viaggi e vie aperte in luoghi assurdi, le foto pazzesche che ci fa vedere fanno venire voglia di partire immediatamente! Mi sento devastata dal sonno e dalla stanchezza, ma le avventure dei Ragni fanno salire un sacco di voglia di affrontare la giornata di domani!

 

L’indomani la sveglia è più clemente e ne approfittiamo per pensare le squadre: oggi saremo io, Damiano e Nicholas e sotto di noi Giorgia e Lucia. Quando siamo al parcheggio però le ragazze si attardano nel preparare il materiale e Damiano, scalpitante, decide di partire ugualmente con me e Nics, “tanto ci raggiungeranno”. Ci incamminiamo (o meglio, ci “incorriniamo”) così sulla ciottolosa mulattiera della Val di Mello e, arrivati al bivio per salire allo Scoglio della metamorfosi, ci fermiamo ad aspettare le fanciulle… Ma niente, le fanciulle non arriveranno. Non mi dilungo nel raccontare la rocambolesca ricerca, vi basti sapere che ci ritroveremo alla struttura Brontosauro a scalare “le risposte di Bakunin” circondati da quattro pazzi (Nicolas -senza H-, Lorenzo, Sara e Elio), con cui scambieremo chiassose citazioni di Full Metal Jacket e battute sul bidè della contessa.

Rientrati all’hotel il pomeriggio concluderemo il meeting con un brindisi e un saluto agli accademici, ma ovviamente non ci metteremo in macchina prima di aver consumato birrette e patolle al Sasso Remenno (non l’hotel a ‘sto giro).

 

Che dire? E’ stata una bellissima opportunità nonché una splendida condivisione di storie, esperienze e conoscenze. Torno a casa carica e motivata a crescere, ancor più curiosa di scoprire luoghi e itinerari nuovi insieme ai soci di sempre e, perché no, anche a quelli conosciuti in questo viaggio!

Grazie a chi ha reso possibile tutto questo!

 

* Dal CAAI: “Progetto EAGLE TEAM: partito ad aprile e destinato a formare un gruppo di alpinisti di eccellenza, giovani e motivati, in grado di far evolvere l’alpinismo esplorativo e di avventura nel nostro Paese e mettere a fattor comune questa loro straordinaria esperienza per far crescere l’alpinismo con la A maiuscola tra i giovani.”

 

Report scritto dalla Cavasin

10/10/2023
Tavolata
Sogni al Qualido
Damiano e Giorgia
La cordata della salute nel Gran Diedro