Tradizioni Eretiche

Località: 
Pala dell' Eretico
Tempo di percorrenza: 
Troppo
Difficoltà: 
A deambulare

 

Il presepe sotto l’albero, le luminarie per le strade, lo scambio dei regali con parenti e amici… Per tutti, Natale significa tradizione. E, come ogni anno, le buone tradizioni vanno onorate. Soprattutto al CAI Seregno. 

Immancabile come ogni anno arriva l’Eretico Day, quest’anno caduto durante l’ultima domenica di avvento, proprio per prepararci al meglio alla baldoria degli infiniti pranzi festivi. 

Il parcheggio del Bassi è il solito testimone dei nostri ritrovi e già da lì si comprende quale sarà il file rouge della giornata: oltre a rinvii e corde, gli zaini sono pieni e pesanti di cibarie e libagioni per affrontare la lunga giornata. 

Arrivati svelti a San Pietro al Monte, parte la ravanata verso la Pala dell’Eretico, che si presenta imponente e rischiarata dal timido sole dicembrino. 

Raggiunta la nostra destinazione, il gruppo si divide in due: i performanti, che decidono di iniziare a scaldarsi sugli “elementari” tiri di 6C abilmente chiodati e recentemente puliti, e gli scrutatori, la cui preoccupazione principale è quella di accendere il fuoco per preparare il primo giro di the corretto grappa invecchiata (d’altronde, ognuno si scalda secondo le proprie possibilità…). 

Ed è solo l’inizio: intanto che il buon Milesi si fa sei tiri in scioltezza senza fermarsi a far sicura a nessuno, Ciccio monitora l’etica in falesia, vietando  di smagnesare le prese invisibili. C’è chi a forza di mungere rinvii pensa di cambiare vita e cominciare a lavorare in fattoria e chi inventa modi creativi per tornare a valle dopo i bagordi (Paolino, tutti in fondo hanno invidiato il tuo cappello con l’elica). 

Arriva l’ora di pranzo e Fra il fuochista prepara la griglia per le salamelle, donando a tutti un graditissimo momento di ristoro tra vino, risate e racconti. Grande assente di oggi è il Buso, scopritore e ideatore della falesia. Manca il Mistro con i suoi sermoni benedicenti, ma le perle di saggezza non mancano (“Bevi Braulio che pulisce la busécca”). E non può mancare un pensiero al Maestro Enri, a cui ogni anno dedichiamo questa giornata e che sappiamo che ci guarda benevolo mentre ci dedichiamo alla nobile arte dell’arrampicata, la cui via principale verso la felicità è la sofferenza (la citazione a Jack qui è doverosa). 

La giornata corre velocemente al termine e, al calar del sole, recuperiamo  rapidi i pochi avanzi superstiti, che verranno ufficialmente terminati una volta raggiunte le auto all’attacco del sentiero, perché, si sa, “in guerra non si fanno prigionieri”. 

Un ultimo brindisi, un’ultima fetta di pandoro, un’ultima risata a chiudere uno degli eventi per noi più attesi dell’anno, un po’ come i bambini che aspettano impazienti i doni di Babbo Natale sotto l’albero. 

Ci salutiamo e siamo già pronti e carichi per affrontare le nuove sfide che ci riserverà il nuovo anno. 

Alè duri, bagai! 

 

18/12/2022