Teo e il velino grasso

Località: nascostaDifficoltà: alte per i fabbriEventuali pericoli: incursioni austroungariche

Sono le 23.30 di venerdì, arrivo alla zarro al bione in stato confusionale dopo una giornata di presenza in officina e sgombero violento con il mato grosso.

Il compagno Teo percepisce subito la tumefazione nei miei occhi e capisce che di nuovo bisogna fare appello alle ultime forze rimaste. Prima di pensare a quel che stava a fare il mostro divorava la pianura, cantava Guccini, probabilmente dopo che qualcuno gli aveva dato un passaggio su un Fiat Qubo. Con un'organizzazione logistica degna della campagna di Russia facciamo rotta verso le Dolomiti. Tendenzialmente a questo punto dovremmo parcheggiare e poi sbagliare strada.. invece oggi l'ordine delle cose viene stravolto, e ci perdiamo prima ancora del parcheggio. Teo mentre manovra il potente cubo libre esprime la sua rabbia con parole argute, ma fortunatamente il Don Mario non è qui per formalizzare la scomunica. Dopo inconcludenti andirivieni arriviamo al parcheggio alle 5.30, io mi concedo un ora e mezza di sonno sul sedile, mentre Teo preferisce il prato; scelta di cui si pentirà amaramente quando verrà svegliato da una mandria e dai versi rabbiosi dei pastori.

Alle 7 iniziamo a trascinare le nostre occhiaie sul sentiero, e dopo aver superato trentatré trentini che trotterellavano arriviamo al rifugio. Qui Teo si abbandona alla caffeina, mentre io, consapevole delle potenziali controindicazioni intestinali decido di fare a meno. Per arrivare alla base della parete della via percorriamo un tratto di ferrata, ma subito mi vengono in mente le parole di un tale Marty Mc Fly che disse che dove andiamo noi non cu servono strade, e abbandoniamo quindi i cavi per salire un pendio detritico. Come in un imprevisto del Monopoli a Teo cade una bottiglia d'acqua; tornate al via senza ritirare 200$. Recuperati i resti strazianti della borraccia attacchiamo lo spigolo.

I primi tiri scorrono veloci, i cambi in sosta sono rapidi come i pit stop della Red bull, ma giunti grossomodo a metà via un grave incidente rallenta la nostra marcia: mentre sto facendo sicura al mio prode compagno vado a sbattere contro gli occhi azzurri di una crucca della cordata che segue, e decido che, in fondo, non abbiamo poi tutta sta fretta.

-Ich sprëhe Deutsch sehr gut!-forse Ich sprëhe italiano piu gut del tuo tedesco

Deviamo il nostro percorso su una variante piu difficile della via originale, che ci richiederà qualche veloce casimirata, e proseguiamo senza altri intoppi fino al tiro 11, sulla carta il piu difficile. Una cordata di slovene davanti a noi lancia lamenti straziati, resi ancora piu spaventosi dall'accento est europeo. Mi rifugio quindi in un intaglio aspettando che siano passate. Arrivati al nostro turno scopriamo che il passaggio non è poi così difficile, e in breve viene amministrato. Probabilmente le urla della cordata che precede ha provocato una distorsione del tessuto spazio tempo, tanto che Teo concatena due tiri da 35 metri, con corde da 60, avanzando pure 10m.In breve siamo in cima, dalla quale inizia la discesa, le cui difficoltà verrano da noi classificate Torrione Costanza².

Giunti al rifugio decidiamo di abbandonarci al mondano piacere della Moretti, aspettando l'arrivo delle nostre nuove amiche altoatesine. Ci spazziamo a valle dove la digestione di un tris di canederli mi richiederà le ultime energie rimaste, e scegliamo per il giorno seguente una via con 20 vergognosi minuti di avvicinamento. Giunti alla base troviamo davanti a noi una cordata con appeso agli imbraghi l'intera produzione annuale della CAMP, che decide di cederci il passo. Mentre il mio compare è impegnato sul secondo tiro sento dal basso dei vigorosi colpi di mazzetta; sono i due tizi sopracitati che stanno piantando un chiodo a un metro e mezzo da terra, o come preferiamo noi, 1500 millimetri. Sentiremo di nuovo il nostro amico Thor picchiare duro col suo martello piu e piu volte sul secondo tiro, a metà del quale si caleranno per abbandonare per sempre la via, probabilmente dopo aver terminato il materiale in loro possesso. Dal 29/06/25 per una ripetizione sono necessari 87 rinvii. In breve finiamo la via, peraltro molto bella, e ci raspiamo a basso, da cui birra e cubo libre, dove il Teo entrerà in stato vegetativo e mi lascerà l'onere e l'onore di condurre il B-17 dei monovolume fino al bione, tra insistenti messaggi del talebano che vuole sapere dove siamo stati.

È stato un onore suonare con voi, alla prossima!

29/06/2025