Tre Cime di Lavaredo - Cima Ovest - Cassin/Ratti

Schede primarie

Tre Cime di Lavaredo - Cima Ovest - Cassin/Ratti

Le Tre Cime di Lavaredo
Difficoltà: 
VIII o VI+ e A1
Sviluppo: 
515m
Gruppo Montuoso: 
Dolomiti di Sesto, Tre Cime di Lavaredo
Località di Partenza: 
Rifugio Oronzo, Misurina BL
Quota di Partenza: 
2320m
Quota di attacco: 
2450m circa
Punti di appoggio: 
Rifugio Auronzo e Rifugio Lacedelli
Quota di vetta: 
2973m la vetta,2800 circa la cengia di uscita
Avvicinamento: 
1h20'
Tempo di salita: 
dalle 7 alle 9h. Noi 8h30'
Tempo di discesa: 
1h30'/2h
Esposizione: 
Nord
Tipo di roccia: 
Dolomia
Periodo: 
Estate
Data ripetizione: 
27/07/2020
Attrezzatura e materiale: 

Via ben attrezzata a chiodi e ad alcune soste è presente anche uno spit. I tiri duri sono ben chiodati, occorre portare comunque una serie di friend fino al 2BD per integrare le protezioni presenti nei tiri più semplici. A nostro avviso inutili chiodi e martello.

Descrizione avvicinamento: 

Da Misurina, imboccare la strada  a pedaggio (30€ ad auto a luglio 2020) che conduce comodamente al rifugio Auronzo dove si parcheggia in uno dei grandi parcheggi. Da qui esistono 2 possibilità, per il sentiero che conduce al Col di mezzo e da qui sul versante nord (opzione da noi non verificata ma forse leggermente più breve) oppure si imbocca la larga carrozzabile che parte alle spalle del rifugio e conduce prima ad una cappelletta e poi al Rifugio Lavaredo, da qui seguire il sentiero in costa che porta alla forcella di Lavaredo. Una volta scollinato prendere la traccia a sinistra che attraversa il ghiaione a mezza costa (attenzione meglio no prendere la traccia più bassa altrimenti poi si deve risalire molto) passando prima sotto alla Cima Piccolissima e poi alla cima Grande fino a giungere al cospetto dei grandi strapiombi della Cima Ovest, una volta qui prendere la traccia che sale sotto la parete e portarsi alla sua destra sotto uno spigolo di roccia grigia (presente un nevaio nel periodo della nostra ripetizione), oltrepassarlo e salire ad un terrazzino, dove attacca la via.

Descrizione itinerario: 

Noi abbiamo commesso dei piccoli errori ma descriverò anche le opzioni più corrette, conviene comunque comparare più relazioni in quanto,soprattutto sui tratti più semplici, non è difficile sbagliare.

  • 1° tiro: salire a sinistra del terrazzino per facili rocce poi per diedrino accennato fino a uscire a destra alla sosta su 3 chiodi in un diedrino. (noi abbiamo sbagliato seguendo la cordata che ci precedeva, il tiro corretto dopo pochi metri rientra a destra per facili risalti). IV+, 45m.
  • 2° tiro: continuare nel diedrino fino alla sosta su terrazzino. IV, 15m.
  • 3° tiro: non salire dritti per diedrino ma traversare a sinistra fino ad uscire su semplici risalti, salirli verso sinistra fino a prendere una fessura verticale che si segue fino a un terrazzino dove si sosta. IV+35m.
  • 4° tiro: salire per bella lama/fessura verticale, al suo termine con passo delicato si raggiunge un altra fessura che piega leggermente a sinistra e poi sale dritta fino a una comoda cengia su cui si sosta sulla destra su spit. V, 35m.
  • 5° tiro: qui la via cambia passo e cominciano i traversi. Traversare facilmente a sinistra per esile cengia  per circa 10m fino a incontrare dei chiodi. Con passo atletico e obbligato si sale fino a una sosta a spit e chiodo (noi ci siamo fermati qui ma conviene proseguire) e da qui con arrampicata impegnativa e atletica si traversa verso sinistra fino alla aerea sosta a spit e chiodi sullo spigolino. VI+ o VI- e A0, 25m
  • 6° tiro: tiro chiave della via. Traversare a sinistra e salire in diagonale seguendo i numerosi chiodi fino ad un cordino viola dove con difficile A0 si traversa verso sinistra. Continuare in traverso/ diagonale (noi non abbiamo trovato la sosta intermedia) fino a un vago diedrino dove si sale verso dei cordoni che penzolano scomodi da rinviare ma utili per agevolare il secondo e da qui verso sinistra fino alla sosta sotto il tettino. Tantissimi chiodi, noi con 12 rinvii abbiamo dovuto non rinviare alcuni chiodi. VIII o VI+ e A0, 45m.
  • 7° tiro: continuare più facilmente in traverso verso sinistra  fino ad incontrare una sosta su 3 chiodi in basso circa 2 metri sotto la fessurona orizzontale. V, 20m.
  • 8° tiro: salire sopra la sosta a 2 chiodi vicini, ora vincere il muretto aggettante con passaggio obbligato (2 chiodi rotti, senza testa). Salire fino ad un chiodo dove si comincia a traversare a sinistra fino a giungere ad una sosta di passaggio, da qui ancora leggermente a sinistra fino a vincere un muretto fino a sostare sotto uno strapiombino. Attenzione agli attriti delle corde. VI, 40m.
  • 9° tiro: dritti sopra la sosta a vincere uno strapiombo con alcuni chiodi dubbi, uscire a sinistra (non entrare nel diedrino) e salire per bel muro fino ad una sosta di passaggio, traversare a sinistra su buone prese per la colata nera quasi sempre bagnata e al suo termine salire per placche fino ad una cengia dove si sosta su 2 spit. VII o VI e A0/A1, 40m.
  • 10° tiro: qui noi abbiamo sbagliato  e seguito una variante. Direttmente sopra la sosta ad un chiodo, traversare nettamente a sinistra su piccole prese fino ad un altro chiodo nascosto e da qui in verticale su terreno via via più semplice fino sotto la direttrice dell'evidente diedro giallo verticale. Il tiro originale dalla sosta traversa a sinistra ad un altra sosta e vince lo strapiombo in un punto più agevole, opzione da verificare. VI obb., 40m.
  • 11° tiro: salire fino a prendere il diedro giallo che si scala fino ad uscire verso destra su di una cengia dove si sosta su chiodi. (possibile sosta 5m più a destra su spit). V, 30m. 
  • 12° tiro: traversare a destra fino alla sosta a spit e qui vincere un muretto (chiodo) per poi salire per ampio camino e uscire per rampe che conducono su una cengia dove sostare a destra su chiodo da rinforzare con friend. IV+, 55m.
  • 13° tiro: dritti prima su rampa slavata e poi nel diedro bagnato. Si entra in un canale dove si sosta in una nicchia. Tiro poco chiodato e poco proteggibile su roccia lisciata dall'acqua.  IV+, 25m.
  • 14° tiro: a sinistra della sosta si vince un bombamento e si esce su ampio terrazzo, lo si traversa verso destra fino ad un gosso ometto e si va a sostare su clessidra alla base di una facile rampa. IV poi II, 40m.
  • 15° tiro: su per la rampa fino a uscire a destra sulla cengia dove si sosta su spuntone. III, 25m.

 

Discesa: 

La discesa non è delle più difficili da trovare ma necessita comunque di buon occhio alpinistico e una buona esperienza dolomitica.

Seguire lungamente verso destra viso monte la cengia circolare, ignorare una freccia e proseguire fino a che questa non va a morire sul versante meridionale, qui si inconttra un fittone resinato con anello di calata. Con una doppia di 25m in un diedrino (III+ se si vuole disarrampicare) si giunge nei pressi di una forcella. Da qui prendere il canalone tenendo sempre il bordo destro viso valle e seguendo i radi ometti (presenti anche segni di vernice arancio ma pensati per essere visti in salita e non in discesa). Ad un certo punto giunti ad un salto difficilmente discendibile si traversa sulla parete di destra (viso valle) fino a una piccola asse di legno e qui si scende in disarrampicata per roccette (II+). Continuare a scendere sino a che, ad un certo punto, si piega logicamente verso sinistra fino ad una grossa asse di legno dove si rientra nel canale abbandonato sopra. Scende il canale con passi di disarrampicata (II), ed eventualmente qualche breve doppia se, come nel caso nostro, si trova ancora parecchia neve al suo interno. Si giunge così in vista della grotta squadrata della Grande Guerra, da qui per ampio canale (attenzione neve anche a stagione inoltrata) e poi per ghiaione si giunge al sentireo di avvicinamento a pochi minuti dall'auto.

Primi salitori: 
R. Cassin e V. Ratti 1935
Ripetizione di: 
Mauri Luigi e Miarelli Marco
Disclaimer
L’alpinismo su roccia e ghiaccio è un’attività potenzialmente pericolosa se non praticata con adeguata preparazione fisica e psicologica. Quanto riportato nella relazione, pur essendo redatto con grande precisione, deve essere valutato sul luogo e non può sostituirsi alla vostra valutazione ed esperienza personale.