Pizzo d'Eghen - Soffiando nel vento
Schede primarie
Pizzo d'Eghen - Soffiando nel vento

NDA, Via interamente attrezzata a fix (non inox) da 8mm. Portare 16 rinvii, indispensabili 2 mezze corde da 60m per le discesa in doppia. Utile almeno una staffa per il capocordata se non si scala in libera sul 7b. Se si intende superare lo zoccolo a tiri è necessario un set di friend medi e nut, lo zoccolo è interamente da attrezzare. Se si decide di seguire le corde fisse un T-Bloc o qualsiasi auto-bloccante è caldamente consigliato, alcuni tratti sono verticali su diedri erbosi.
Raggiungere la Valsassina, superare Primaluna e prima di raggiungere Cortenova, girare a sinistra (via Trento) e raggiungere la piazza di Prato San Pietro. Da qui si costeggia la chiesa e si prosegue in salita (via Mascheri) fino al termine della strada, in corrispondenza di un grosso platano e di una fabbrica abbandonata dove si parcheggia. Proseguire per strada sterrata, si attraversa il torrente (guado) e si prosegue per strada principale che curva a sinistra fino ad oltrepassare una stanga. Da qui si prosegue lungo la strada carrozzabile (vari tagli evidenti possibili nel bosco) fino alle baite di Taecc prima e poi all’alpe Zucc. Non scendere all’alpe ma proseguire per la strada che termina poco dopo, e seguire il sentiero con palina per Passo San Rocco (un po’ nascosta dalla vegetazione) che si stacca a destra. Si segue la traccia con ometti e bolli rossi su piante prima in un faggeto, poi arrivando ad una zona di recente taglio con fitta vegetazione bassa. Qui è molto facile perdere la traccia, conviene risalire parecchio alla sinistra (viso a monte) di suddetta fascia, fino a quando si è in vista di una piccola bastionata rocciosa. Qui si attraversa la fitta vegetazione (debole traccia) per raggiungere nuovamente il faggeto. Da qui è possibile oltrepassare agevolmente la fascia rocciosa (passo dell’orso) e continuare in piano fino ad un crinale (la Soliva), dove si gira a sinistra risalendolo (bolli rossi su piante e ometti). Si continua sul crinale boschivo fino a quando si intravedono delle roccette. Qui bisogna prestare attenzione ad una pianta con una doppia freccia e un sasso subito dopo con la scritta “parete” molto sbiadita. Qui si traversa decisamente a destra, per ripido pendio boschivo, su debole/inesistente traccia segnalata da ometti e bolli rossi che quasi sempre in piano conduce ad un primo canale attrezzato con corda fissa (rossa). Si attraversa il canale, ci si alza brevemente fino a portarsi contro le rocce e si continua sempre in piano fino ad arrivare ad un secondo canale (scendere brevemente per attraversarlo) e continuare fino ad arrivare alla pietraia alla base dello zoccolo. Superare 2 grosse nicchie e attraversare il ghiaione. L’attacco della rampa Cassin si trova al termine del ghiaione, prima dello sperone che scende più basso rispetto allo zoccolo.
Circa 2h 15’ da Prato San Pietro. Dall' alpe Zucc la traccia diventa vaga, e dal traverso in poi è quasi inesistente. Memorizzare bene il sentiero per il ritorno.
Da qui si hanno 2 possibilità per salire lo zoccolo:
1 Seguire la via “Cassin”, in corrispondenza della rampa/canale roccioso con 5 tiri da 40/50m con grado massimo di IV° interamente da attrezzare, qualche sosta presente.
Circa 2h per la via “Cassin”
2 oltrepassare lo sperone e continuare a traversare nel bosco fino a raggiungere il colatoio all’estremo margine destro dello zoccolo. Poco prima partono una serie di corde fisse che seguite conducono direttamente alla cengia. Molto consigliato un Tblock o un autobloccante per risalire le fisse, molti tratti sono verticali.
Circa 1h per le corde fisse.
Dalla cengia (attrezzata interamente con corde fisse) si attraversa a sinistra (viso a monte) fino ad un intaglio, dove si scende una quindicina di metri seguendo la corda fissa con facili passi di arrampicata. Da qui si traversa in orizzontale pochi metri fino all’attacco della via, in un vago diedro, prima che la corda fissa ricominci a scendere. (Placchette vecchie e fix da 8mm visibili)
TEMPISTICHE GENERALI:
Avvicinamento: 2h15' (se non si perde la traccia)
Zoccolo: 1h per le corde fisse, 2h 30' se si decide di seguire la via "Cassin"
Soffiando nel vento: 6/8h
Discesa in doppia fino alla cengia: 1h 30'
Discesa in doppia dallo zoccolo: 1h30'
Discesa a piedi: 2h
COORDINATE:
Ottima via, aperta dall'alto che risale il pilatro destro subito oltre il grande camino Cassin, su roccia compatta sempre buona o ottima. Via in ambiente severo e isolato, arrampicata esigente e sostenuta anche se ben protetta a fix da 8mm (un po' datati). Soste unite da vecchi cordoni, con anello di calata.
- 1° Tiro: Risalire il diedrino, uscendone poi facilmente a sinistra per poi traversare a destra su roccia gialla. Risalire il difficile muro, prima in verticale poi in traverso verso sinistra fino alla sosta in una nicchia. 6b+, 30m.
- 2° Tiro: Dalla sosta si sale in verticale per spaccatura e poi fessura, primi metri molto faticosi, poi su roccia leggermente appoggiata. 6c, 35m.
- 3° Tiro: In verticale traversando leggermente a sinistra su bel muro verticale, fino a raggiungere il muro successivo con fessura di difficile interpretazione. Sosta sulla destra su terrazzino. 6b, 30m.
- 4° Tiro: Muro fessurato sopra la sosta, si traversa a sinistra su una zona più abbattuta fino ad un tratto verticale molto impegnativo, poi più semplice fino alla sosta. 6c, 30m.
- 5° Tiro: Verso sinistra, su rocce abbattute, fino ad un muro più verticale che si supera senza grosse difficoltà, sosta su terrazzino. 5c, 25m.
- 6° Tiro: Si prosegue per rocce abbattute fino ad un tratto verticale, che si supera uscendo poi a sinistra alla base del torrione compatto. 6a, 25m.
- 7° Tiro: Si sale direttamente il torrione leggermente strapiombante. Possibilità di A1 in alcuni tratti. Sosta scomoda e appesa. 7b (6b e A1), 35m
- 8° Tiro: Proseguire sempre per il torrione, compatto, fino ad uno spigolo, che si supera a destra arrivando alla sosta. Tiro nel complesso meno esigente e più scalabile del precedente. 7a+ (6a+ e A1), 25m.
- 9° Tiro: Salire per placche adagiate sopra la sosta, fino ad una zona più verticale ricca di fessure. Risalire le fessure fino ad una fessura orizzontale che taglia sotto un tetto, (fino a qui solo un fix presente, possibile proteggersi su uno spuntone) il fix successivo è sul traverso, non è visibile fino a quando non si comincia a traversare verso destra. Dopo il traverso risalire facilmente fino ad un terrazzino dove si sosta. 5c, 30m.
- 10° Tiro: Risalire la splendida placca a sinistra del grande diedro, leggermente abbattuta ma con arrampicata tecnica fino allo spigolo sommitale. Da qui si prosegue lungo lo spigolo fino alla sosta dietro un pino mugo. 6b, 30m.
- 11° Tiro: Proseguire per il breve muretto verticale sopra la sosta e poi per facili roccette fino alla vetta. 15m
Dalla Cima occorre abbassarsi qualche metro a piedi fino ad un fix singolo con moschettone. Da qui una breve doppia di 5m conduce alla S10 in corrispondenza del pino mugo.
Da qui con una serie di calate sempre da 50/55m si è alla base dello zoccolo:
- Da S10 a a S8 (attenzione a tenersi a sinistra dello spigolo, faccia a monte)
- Da S8 a S6
- Da S6 a S4, a tratti nel vuoto consigliato rinviare qualche fix
- Da S4 a S2
- Da S2 alla base della parete, a tratti nel vuoto consigliato rinviare qualche fix.
circa 1h 30' dalla cima alla cengia
Da qui si segue la corda fissa per ritornare alla cengia da dove si è arrivati. Dopo il primo traverso la fissa è ancorata a due fix con anello di calata.
Da qui si effettua la prima doppia di 60m sullo zoccolo, fino ad una facile cengia dove si prosegue brevemente fino all'ancoraggio successivo (2 fix collegati) per fare la seconda doppia da 60m fino ad un altro terrazzo.
Qui dovrebbe trovarsi la successiva calata su larice con cordone (sulla sinistra viso a monte, noi non l'abbiamo trovata), quindi abbiamo traversato verso destra (viso a monte) su terreno semplice ma esposto fino a prendere le corde fisse che risalgono lo zoccolo. Le abbiamo seguite a ritroso fino alla base della parete.
circa 3h dalla cima alla base della parete.
Da qui seguendo a ritroso il sentiero di avvicinamento si rientra a Prato San Pietro in circa 2h.
L’alpinismo su roccia e ghiaccio è un’attività potenzialmente pericolosa se non praticata con adeguata preparazione fisica e psicologica. Quanto riportato nella relazione, pur essendo redatto con grande precisione, deve essere valutato sul luogo e non può sostituirsi alla vostra valutazione ed esperienza personale.