Pizzo Badile - Cassin

Schede primarie

Pizzo Badile - Cassin

Difficoltà: 
VI+ (VI obbl.)
Sviluppo: 
1000m
Gruppo Montuoso: 
Masino Bregaglia
Località di Partenza: 
Bondo
Quota di Partenza: 
850
Quota di attacco: 
2450
Punti di appoggio: 
Rifugio Sasc Furä
Quota di vetta: 
3308
Avvicinamento: 
6h 30'
Tempo di salita: 
8/10h
Tempo di discesa: 
4h 30'
Esposizione: 
Nord Est
Tipo di roccia: 
Granito
Periodo: 
Estate
Data ripetizione: 
09/08/2020
Attrezzatura e materiale: 

Normale dotazione alpinistica per l’ascensione, due mezze corde da 60 m, una dozzina di rinvii. Per integrare la chiodaturaesistente portare una serie di Friends dal #0,3 al #3 BD e una scelta di Dadi. Potrebbe essere utile portare un martello perribattere i chiodi presenti in loco. La via risulta atrezzata a chiodi. Le soste sono atrezzate a Spit.

Descrizione avvicinamento: 

Raggiungere il piccolo paesino di Bondo in val Bregaglia, da li risalire alla località “Crot Alt“ che si raggiunge tramite una strada sterrata posta sopra l’abitato di Bondo, proseguire fino al divieto dove è possibile parcheggiare la macchina, parcheggio sterrato con wc in legno. Da qui esistono 2 opzione, la prima è il vecchio sentiero che rimane ufficialmente interdetto ma è tuttavia percorribile, oppure un nuovo sentiero più lungo e tortuoso, di seguito trovate entrambe le opzioni:

  • 1. Sentiero "vecchio": continuare seguendo la strada che sale a tornanti e si addentra nella val Bondasca, seguirla fino ad entrare nella valle, superare 2 coppie di tornanti. Poco dopo la strada risulta interrotta, scendere sul greto del torrente e riasilire dove la traccia riprende, dopo un centinaio di metri individuare un ponticello provvisorio e attraversare il torrente, proseguire prima per ghiaione e poi per prati fino a oltrepassare le baite di Lumbardui, qui seguire la traccia che si addentra in forte salita nel bosco. La traccia prosegue ripida con tratti attrezzati con scale in legno e cavi fino a uscire verso destra in un bosco e in breve si è al rifugio. 2h dall'auto
  • 2. Sentiero "Nuovo": Risalire per la strade sterrata fino a quando il sentiero devia verso destra risalendo nel bosco, raggiungendo le baite di Cugian(1390 m) e Luvartigh (1556 m). Si prosegue su sentiero sempre ben segnalato con bolli bianchi e rossi fino ad una deviazionesulla sinistra, palina in loco, che indica il rifugio Sasc Furä. Da qui in poi il sentiero è segnalato con bolli bianchi eazzurri, attraversa varie parti nel bosco attrezzate con catene e gradini in metallo fino a dove il bosco si dirada, in corrispondenzadi un pendio detrittico che scende dal Pizzo della Trubinasca. Si rilase interamente il pendio fino a quando ilsentiero devia verso sinistra, per perdere quota e rientrare nel bosco che in breve tempo conduce al rifugio Sasc Furä.(Circa 3,5/4 h dalla macchina)

Dietro il rifugio parte una traccia che per per boschi e placconate di granito conduce allo spigolo Nord del Badile, già ben visibile dal rifugio (Svariati ometti presenti sul tracciato). Si risale completamente fino a raggiungere l’attacco dello spigolo, dove un facile canale roccioso sulle placche granitiche conduce al colletto (2500 m), corda fissa in loco. Raggiunto il colletto si scende con qualche semplice passo di arrampicata fino ad uno spit dove è possibile calarsi per 30 m fino a raggiungere la cengia di attacco, che si percorre interamente fino a dove cominciano le difficoltà. Fare attenzione alla presenza di neve o ghiaccio sulla cengia d’attacco, che risulta facile ma molto esposta. La via originale attacca in realtà dal nevaio sottostante, per una facile rampa ascendente verso destra. Questa soluzione non è più utilizzata dalla frana del Cengalo del 2011 cheha reso impraticabile il sentiero di accesso al ghiacciao del Cengalo.(Circa 2h30' dal rifugio).

Descrizione itinerario: 
  • 1° tiro: Dalla cengia si risale per facili roccette fino ad incontrare due diedri camini molto abbattuti. Risalire uno di essi fino alla sosta su spuntone sotto il diedro Rèbuffat . IV+
  • 2° tiro: Proseguire in verticale nel diedro, uscendone al suo termine sulla placca a sinistra seguendo una fessura che porta ad una nicchia dove si trova la sosta. V
  • 3° tiro: Si prosegue seguendo la fessura in ascesa verso sinistra. IV
  • 4° tiro: Ancora in traverso verso sinistra, in alcuni punti si cammina sopra la fessura sempre più larga. IV
  • 5° tiro: La fessura diventa sempre più facile si raggiunge un masso staccato dalla parete, si passa al suo interno e con dei passi facili ma esposti si raggiunge la sosta. III
  • 6° tiro: Si risalgono le roccie superiori fino a traversare al di sotto di un tettino, si risale alla sua sinistra e si continua in verticale per un vago diedro e si traversa a sinistra su placche più facili fino alla sosta. VI
  • 7° tiro: Si punta ad una grossa lama, poi per diedrini fino ad una placca che porta in sosta. VI-
  • 8° tiro: Risalire verso sinistra per placche fino ad uno spigolo poco pronunciato, si risale interamente fino ad una sosta posta sotto dei diedrini a lame. V+ (attenzione a non proseguire oltre il vago spigolo, presenti alcuni chiodi e una sosta con maglia rapida su spuntone)
  • 9° tiro: Risalire il diedrino a sinistra della sosta, si continua poi per placca fino al diedrino successivo. IV+
  • 10° tiro: Si è ora sulla cengia mediana, per facili roccette si procede in ascesa verso sinistra, fino a risalire di qualche metro alla base del marcato diedro. III
  • 11° tiro: Continuare in verticale nel diedro, non risalirlo integralmente ma dopo circa 15 m uscire a destra in placca, doppiare un vago spigolo e procedere per terreno più semplice in ascesa verso destra fino in sosta. VI+
  • 12° tiro: Continuare per il diedro a lame, uscire a destra e seguire la fessura fino al terrazino di sosta. V+
  • 13° tiro: Sempre in verticale nel diedro fin sotto un tetto poco marcato che si supera traversando a sinistra, poi di nuovo in verticale nel diedro fino alla sosta. VI-
  • 14° tiro: Risalire pochi metri fino alla fessura, che si segue verso sinistra fino ad un vago spigolo, poi risalire un diedrino fino alla sosta. V+
  • 15° tiro: Continuare nel diedro canale molto abbattuto fino alla sosta. V+
  • 16° tiro: Primo tiro nel camino: continuare con arrampicata piuttosto semplice fino a quando il camino si restringe ed è necessario incunearsi al suo interno per poter continuare fino ad un terrazzino dove si sosta. Vi sono parecchi chiodi ma sono molto alti, sono raggiungibili solo scalando il camino stanto totalmente esterni. VI
  • 17° tiro: Il camino diventa molto più largo e squadrato, si continua fin sotto ad un risalto verticale che si supera sul lato sinistro, sosta sopra il terrazzino. VI-
  • 18° tiro: Si prosegue per il camino fino alla fine, uscita a sinistra sulla cengia e si continua su terreno più facile fino alla sosta che si trova sulla placca a destra. V+
  • 19° tiro: Traversare a sinistra per rientrare all’interno del diedro camino, continuare fino alla sosta posta sopra un terrazzino (fare attenzione ai massi instabili in sosta). V
  • 20° tiro: Continuare per diedro fino ad uscire sullo spigolo nord. IV+

Da qui è possibile proseguire per lo spigolo nord per circa 4 lunghezze su terreno più facile, con difficoltà massime di IV+fino alla vetta. Soste a Fix e anelli cementati ogni 40-50 metri, qualche rado chiodo di passaggio.

Discesa: 

Ci sono varie possibilità di discesa dalla vetta:

  • Scendere per la via normale sul versante italiano, raggiungere il rifugio Gianetti e scendere fino ai Bagni di Masino. (discesa da noi seguita)
  • Scendere per la via normale sul versante italiano, risalire al passo del Porcellizzo (2862 m), attraversare il ghiacciaio in alta val Codera e risalire al passo della Trubinasca (2717 m), scendendo si incontra il sentiero che verso destra riporta al Sasc Furä, mentre verso sinistra riporta a Bondo. (discesa da noi non seguita)
  • Scendere in corda doppia con una lunga serie di calate dallo spigolo nord, soluzione da noi non verificata ma da tutti sconsigliata per l’alto rischio di incastro corde, la possibilità di trovare molte cordate in salita, e la lunghezza della discesa. (discesa da noi non seguita)

Dall’ obelisco di vetta si scende per qualche metro in uno stretto camino (facile, ma ci sono svariati cordini per poter fare una rapida doppia) e si segue l’evidente sentiero della normale. Arrivati nei pressi di un camino/canale si incontra un primo anello cementato dove è possibile calarsi, oppure procedere arramicando in discesa con passi di II/III grado massimo per una quarantina di metri fino al sentiero che si segue nuovamente fino ad arrivare ad un altro anello cementato. Da qui ci sono 2 possibilità, continuare per la normale con varie calate e discesa per detriti (discesa da noi non seguita) oppure cercare una sosta a spit con anello di calata su un terrazino a destra (faccia a valle). Da qui ci si cala con una prima doppia nel canale per circa 45/50 m, fino alla sosta successiva sempre all’interno del canale ma posta su di un risalto roccioso sulla sinistra (faccia a valle) del canale stesso. Da qui calarsi per qualche metro nel canale fino a quando è possibile uscire sulla sinistra (faccia a valle in piena parete). La sosta successiva si trova sempre a 45/50 m. Le altre 4 calate sono lineari sulla parete con lunghezza sempre sotto i 50 mt, tranne l’ultima su due fix con anello che con  30 m porta direttamente alla base del nevaio basale. Da qui si  traversa verso sinistra (faccia a valle) fino a reperire la traccia che porta al rifugio Gianetti (2h dalla vetta). Dal rifugio seguire l’evidente sentiero n. 21 che conduce ai Bagni di Masino (1172 m) in Val Masino. (4h dalla vetta).

Primi salitori: 
R. Cassin, G. Esposito, V. Ratti, M. Molteni, G. Valsecchi, 1937
Ripetizione di: 
Luigi Mauri e Manuel Porro
Disclaimer
L’alpinismo su roccia e ghiaccio è un’attività potenzialmente pericolosa se non praticata con adeguata preparazione fisica e psicologica. Quanto riportato nella relazione, pur essendo redatto con grande precisione, deve essere valutato sul luogo e non può sostituirsi alla vostra valutazione ed esperienza personale.