Grand Capucin – via degli Svizzeri “O sole mio”

Schede primarie

Grand Capucin – via degli Svizzeri “O sole mio”

Difficoltà: 
ED-
Sviluppo: 
300m
Gruppo Montuoso: 
Monte Bianco
Località di Partenza: 
Courmayeur
Quota di Partenza: 
1200m
Quota di attacco: 
3500m
Punti di appoggio: 
Rifugio Torino
Quota di vetta: 
3838m
Avvicinamento: 
1h 15'
Tempo di salita: 
4/7h
Tempo di discesa: 
3h 15'
Esposizione: 
Sud
Tipo di roccia: 
Granito
Periodo: 
Estate
Data ripetizione: 
04/07/2020
Attrezzatura e materiale: 

2 mezze corde, friend BD dallo #03 al #3, raddoppiare le misure #0,4 #0,5 #0,75 #1, 10 rinvii, cordini. Per l’avvicinamento picca, ramponi e suggerisco le bacchette.

Descrizione avvicinamento: 

Abbiamo lasciato il Rifugio Torino alle 6:15 e seguendo l’evidente traccia si raggiunge in 15 minuti il Col des Flambeaux da dove è già possibile vedere tutti i Satelliti. Dal Colle, scendere in direzione della crepacciata che si supera tenendosi  sulla sinistra. Si utilizza la stessa linea per l’avvicinamento alla nord della Tour Ronde. Giunti in prossimità del Capucin, accostarsi alla parete e tenendosi il più contro possibile superare il crepaccio terminale e depositare zaino e scarponi sulla terrazza di neve. La via attacca di fianco alla terminale su un muretto solcato da varie fessure. Sulla sua verticale si può scorgere la prima sosta.

Descrizione itinerario: 

Una delle più belle vie che abbia mai fatto, sull’obelisco più alto e estetico dei Satelliti.

  • 1° Tiro: Salire il muretto verticale di una decina di metri fino a raggiungere una zona più abbattuta. Tenendosi sulla Sx risalire fino a guadagnare la sosta. V, 30m 1 chiodo.
  • 2°/3° Tiro: Per risalti, salire in parallelo al canale nevoso, puntando il caratteristico diedro giallo della via degli Svizzeri. Le soste si trovano sulla destra. IV, 120m.
  • 4° Tiro: Salire ancora in parallelo al canale e portarsi alla base del diedro superando un muro con un difficile ristabilimento seguito da una serie di fessure più facili. Sosta su un comodo terrazzino. VI, 50 m 2 chiodi.
  • 5° Tiro: Dalla sosta abbassarsi qualche metro fino a raggiungere una fessura verticale. Seguirla fino al suo termine, salire ancora qualche passo fino a raggiungere il tetto che con prese rovesce si supera con un traverso sulla destra. Capolavoro. VI+, 30m 1 chiodo.
  • 6° Tiro: Risalire il diedro fessura e con un passo più duro spostarsi verso sinistra e raggiungere la sosta. VI, 25m. (noi abbiamo concatenato questo tiro con il quinto) 
  • 7° Tiro: Seguire il diedro fino alla sosta in una nicchia. V+.
  • 8° Tiro: Ancora nel diedro fino a raggiungere la sosta su un’ampia cengia. Sosta in comune con “o sole mio”. VI-.
  • 9° Tiro: Dalla sosta andare a destra fino a superare lo spigolo. Risalire di pompa la fessura per una decina di metri e guadagnare la sosta sulla destra. Roccia stupenda ma potrebbe essere bagnata. VI+,15m. (la sosta non è molto visibile e se si è concentrati sul’arrampicata si rischia di tirare dritto e dover poi disarrampicare 3/4 metri in dulfer/lamentosa) 
  • 10° Tiro: Salire la fessura verticale fino al suo termine, dura. Giunti all’altezza del tetto della Svizzeri, spostarsi a sinistra e con passi meno difficili ma fisici raggiungere la sosta. Tiro chiave. 30m 3 nut incastrati. VI+ A0.
  • 11° Tiro: tiro di “o sole mio”. Salire la placca verso sinistra seguendo gli unici due spit della via. Raggiungere una fessurina con friend incastrato e seguirla fino ad un terrazzino. Dal terrazzino vincere un diedro (possibile presenza di ghiaccio) e al suo termine la sosta si trova sulla destra. 6a, 40m 2 spit + 1 friend.
  • 12° Tiro: Con percorso non obbligato risalire le placche spostandosi verso destra. V, 50m.
  • 13° Tiro: Salire il diedro fino al termine, giunti in cresta spostarsi verso destra fino alla vetta dove è presente la prima sosta di calata. III, 50m. 
Discesa: 

Si scende in corda doppia sulla via, sfruttando le soste delle vie: Echo des Alpages e Elixir. Sono doppie lunghe ma non presentano problemi di reperimento o incastro, basta cercarle. Con l’ultima doppia si arriva esattamente dove sono stati lasciati gli zaini.

Primi salitori: 
C. Asper, M. Bron, M. Grossi, M. Morel
Ripetizione di: 
Marco G. e Ste R.
Disclaimer
L’alpinismo su roccia e ghiaccio è un’attività potenzialmente pericolosa se non praticata con adeguata preparazione fisica e psicologica. Quanto riportato nella relazione, pur essendo redatto con grande precisione, deve essere valutato sul luogo e non può sostituirsi alla vostra valutazione ed esperienza personale.