Tre anni per realizzare un sogno!

Regione: 
Lombardia-Grigioni
Gruppo montuoso: 
Masino-Bregaglia
Località: 
Pizzo Badile
Difficoltà: 
D/IV+

Il mio sogno nasce nel 2014 alla fine del 39° Corso di Alpinismo con una proposta del mio fido compagno di cordata Tiziano “Prosdo dai che a fine luglio andiamo a fare lo Spigolo Nord al Badile" d'acchito rispondo di si ma subito dopo mi viene in mente che per quel weekend ho un impegno inderogabile e a malincuore declino l’invito.

Fortunatamente quell’anno  il clima d’estate è stato pessimo e quindi il rimpianto è meno amaro.

Nel 2015 la proposta di fare lo Spigolo non mi si poneva davanti per via dell’infortunio al ginocchio, essendo stato fermo per troppi mesi, non ero in condizioni fisiche per fare una via del genere.

Arriva il 2016 e promette bene, mi sento sempre più sicuro nell'arrampicata  e allora ripropongo lo Spigolo a Tiziano e subito si crea il gruppo dei quattro soci.

Fissiamo la data e tutti entusiasti attendiamo la fine di luglio per “l’impresa”.

Quel weekend le condizioni meteo erano avverse ma purtroppo non si poté rimandare per via degli impegni di ciascuno. (Fu così che da sogno, lo Spigolo si trasformò in  incubo).

Il 2017 è l’anno buono, si alza il grado dì difficoltà nell’affrontare le vie e la preparazione sembra ottimale così che sempre con Tiziano decidiamo di affrontare lo Spigolo alla fine di luglio, da soli per evitare problemi con eventuali ripensamenti di altri compagni.

La nostra intenzione è quella di partire la mattina presto parcheggiare l’auto ai Bagni di Masino, andare a Bondo per poi affrontare lo Spigolo in giornata, dormire al bivacco per poi scendere con calma la mattina dopo.

Tiziano in un momento di follia mi propone di partire la sera per salire lo Spigolo e poi il giorno dopo salire anche  la via Molteni… io rispondo che per quest’anno mi basta fare lo Spigolo.

Un mercoledì sera mentre all’interno della sede del Cai di Seregno si svolgeva la lezione teorica del 42° Corso di Alpinismo, Io e Tiziano eravamo all’esterno a berci la nostra solita birretta e mentre si concordava la data per la salita, ci viene spontaneo chiedere a Simone se anche lui vuole essere dei nostri.  Simone, giustamente, si prende qualche secondo di tempo per pensarci e poi accetta la proposta. !!

Il problema è che in “tre”  lo Spigolo è lungo da salire ……..  e quindi occorre trovare il quarto!

Proviamo a coinvolgere Ciccio ma per pura sfortuna deve lavorare!

Ma quand’ecco che Roberto è disponibile e  così la squadra dei “Fantastici Quattro” è al completo.

Resta solo da organizzare le macchine quando, in un lampo di genio mi viene in mente di chiedere a Icio di farci da taxi e lui senza problemi ci conferma la sua disponibilità.

Il martedì successivo ci ritroviamo per fare il punto della situazione ma purtroppo il meteo previsto è avverso, e così che si decide di far slittare la salita di una settimana.

La settimana successiva ci si ritrova più carichi e motivati che mai, si decide l’orario, chi porta la corda, chi i rinvii e i friend e tutto il materiale necessario ……  e finalmente arriva il tanto atteso giorno.

Ore 4.45 ritrovo a casa di Tiziano, recuperiamo Roberto e Simone e alle 7.15 siamo al parcheggio a Bondo: l’avventura ha inizio!

Con passo tranquillo raggiungiamo la Capanna Sacs Fura, poi una breve pausa giusto per riempire le borracce e fumare una sigaretta e si riparte per arrivare all’attacco della via.

Qui iniziano le palpitazioni nel vedere di fronte a noi sua maestà il Pizzo Badile con quel suo lungo Spigolo che sembra non finire mai ….. e  che ci apprestiamo a salire!

Visto i precedenti io mi lego con Roberto, perché con Simone si rischia di fumare troppo e quindi pronti via si parte dapprima in conserva per risparmiare un po’ di tempo.

Sembra che vada tutto liscio quando ad un certo punto Tiziano esclama:  “Siamo troppo alti, la via passa sotto dobbiamo scendere!” ….. e allora piazza dentro un friend e si fa calare, poi traversa senza potersi proteggere e così lo seguiamo tutti per poi  ritrovarci  sulla via corretta.

Passano le ore e i tiri di corda si susseguono regolari alternandoci alla conduzione e quindi decidiamo di fare una piccola  pausa di ristoro, giusto per recuperare le energie e …. fumare una sigaretta! E poi via si riparte.

Quand’ecco un piccolo problema: una sosta a chiodi un po’ precari e uno spit sopra di noi su un risalto che tanto facile non sembra.

Proviamo ad aggirare l’ostacolo ma niente, si deve passare da lì e allora dentro un cordino come staffa e via che si prosegue.

Arriviamo al cosiddetto corridoio (che tanto corridoio non è, visto  che non ci si riesce a passare all’interno) si avanza  e ci si trova davanti ad un traverso in placca all’apparenza un po’ delicato.

Dato che l’ultima placca salita, qualche tiro prima, l’ha tirata Roberto ….  “giusto perché la placca non mi garba” … questa decido di farlo da primo.

Guardo Tiziano che avanza e lo sento lamentarsi sul fatto che la placca di IV+  così facile non è, vedo che tiene i rinvii e inizio ad essere perplesso, ma non mi do per vinto,  voglio farla da primo!

Parto, arrivo al primo spit senza problemi, al secondo guardo Roberto e dico “lo tengo solo per rinviare”, Roberto mi sorride e continuo imperterrito, salto sulla cresta con un’esposizione mozzafiato che mi dà una forte carica, arrivo in sosta e trovo una cordata di spagnoli che attende che Tiziano  gli butti giù le corde incastrate, in compenso gli spagnoli mi dicono che  siamo matti a partire da Seregno per fare il Badile in giornata!

Alla sosta successiva altro problema! A Simone fanno malissimo i piedi per via delle scarpette  troppo strette e così Tiziano deve procedere sempre da primo per il resto della via.

Sono le 18.30 e convinti di essere a buon punto  diamo una sbirciata alla relazione ma di colpo mi cala l’entusiasmo quando Tiziano esclama: Mancheranno  10 o 12 tiri ad andar bene!. Inoltre  inizia a fare freddo, il sole non è più nostro amico e si fa sentire anche il vento.

Io spavaldo con pantaloni a pinocchietto e maglietta corta, inizio a tremare come una foglia ma si va avanti lo stesso.

Riparte Tiziano, poi Simone lo segue ed io a culo di Simone, perché non vedo l’ora di arrivare ad una sosta comoda per vestirmi, ma vedo che il nostro eroe inizia ad essere in difficoltà su questa cresta esposta e  così inizio ad incitarlo: “alé Simo, alé duro“ …. ma senza troppo successo!

Arrivato in sosta recupero Roberto ed indosso la felpa, poi alzo lo sguardo e mi sembra di vedere la vetta, niente di più sbagliato!  Guardo meglio ed é solo un pinnacolo, poi dietro un altro ancora e poi si intravede la cresta. Di colpo “boom”, la testa mi esplode ed inizio a pensare “che cavolo ci faccio qui in questo posto solo per conquistare una vetta e fare una fatica della madonna!! ”.

Guardandomi in faccia Roby capisce che sto mollando e con tranquillità mi dice “dai Prosdo, non mollare se vuoi vado avanti io” sono bastate quelle parole per farmi tornare lucido, è una questione di orgoglio devo arrivare in vetta senza farmi tirare su’.

Così con la testa che inizia a fare scherzi ed i piedi che fanno male proseguo tiro per tiro, arrancando come un elefante sulle ultime placchette ed ecco davanti a noi una cordata che mi dà coraggio “non siamo soli”!

“Più ci si eleva e più siamo soli, ma sulle cime delle montagne ogni viandante che incontri è tuo fratello; in città la moltitudine non ha ne cuore ne anima”. (cit.)

Un tiro nel diedro e la carica torna in me, poi un passaggio esposto e un altro bel traverso facile, arrivo alla sosta  non c’é spazio….  Senza perder tempo pesto dentro un bell’ombrello del 3 bd e recupero Roby.

Appena il mio compagno parte, inizio ad imprecare tutti i santi per via delle corde che continuano ad incastrarsi ed arrotolarsi su se stesse, le tiro con forza fino ad aprire un paio di dita.

Ed infine ….. Roby si ferma e mi dice di mollare tutto e seguirlo a ruota e così faccio al volo …. pochi metri ed ecco apparire  davanti a me la tanto ambita e sofferta vetta.

Preso dall’euforia passo davanti a Tiziano e Simone per giungere a passo veloce al traguardo. Sono le 21.00 e finalmente siamo in vetta! Stretta di mano, abbraccio e bacio al limite della decenza al mio compagno Roberto, sento arrivare singhiozzando il mitico Tiziano che si lascia andare in un pianto liberatorio per scaricare la tensione e scatta inesorabilmente l’abbraccio collettivo.

Foto e selfie di rito, sigaretta in compagnia di Simone e via verso il bivacco cosi da poterci levare tutta la ferramenta e lo zaino di dosso, ma ahimè ci sono solo due posti liberi!!

Decido di dormire fuori per chiudere in bellezza l’avventura e Roberto si offre per tenermi compagnia.

Dopo qualche fetta di salame con pane e formaggio, il tutto accompagnato da vino bianco frizzante, riusciamo con molta fatica ad avvisare le rispettive famiglie e gli amici a casa trepidanti ed in attesa delle nostre notizie.

Infine preparato il nostro giaciglio, io e Roby ci infiliamo nei sacchi a pelo e quando spegniamo la frontale appare sopra di noi un cielo pieno di stelle che da solo vale tutta la fatica spesa nella giornata.

Il mio sogno non poteva finire meglio di così con questa impagabile vista.

Nessuna foto mi renderà mai le  emozioni che ho provato quest’oggi ed esse resteranno per sempre impresse nella mente e nel cuore … per tutta la vita!

 

5.20 apro gli occhi e davanti a me vedo Tiziano, Simone e Roberto, mi alzo e senza pensarci accendo una  sigaretta per me  e una per Simone, sistemiamo gli zaini e ci prepariamo per la discesa.

Un po’ disarrampicando, qualche doppia e qualche tratto di sentiero e senza quasi accorgerci ci ritroviamo alla base della normale.

Arrivati al rifugio Gianetti ci leviamo l’imbrago, il casco e tutto il materiale per riporlo nello zaino e ci concediamo la meritata birretta.

Sono le 11.00 e puntuale come un orologio squilla il mio telefono, è Icio che chiede com’è andata e a che ora deve venirci a prendere.

Zaino in spalla e via  verso valle, che con passo molto molto  tranquillo, raggiungiamo in due ore e mezza.

Scambio di pacche sulle spalle e strette di mano con Icio e dopo esserci cambiati si sale in macchina per il rientro a casa.

La nostra avventura di due giorni di pura follia e di sofferenza ma piena di emozioni uniche termina qui.

Un grazie in particolare alla Scuola di Alpinismo Renzo Cabiati di Seregno per avermi aperto un mondo nuovo e dato le basi per realizzare quest’avventura fantastica; mi ritengo fortunato di far parte di questa Scuola  senza la quale non avrei avuto gli stimoli e l’entusiasmo per proseguire in questa attività.

“TENETEVI FORTE PERCHE’ NEL BENE O NEL MALE IO SARO’ SEMPRE AL VOSTRO FIANCO”

Ed infine  un grandissimo grazie a Tiziano per averci condotto in vetta e in discesa per tutto il tempo.

A tutti Voi l’augurio di provare un giorno le mie stesse emozioni.

 

Prosdo

(l’unico Caiano con il logo del sodalizio tatuato sulla schiena)

05/08/2017
Tiziano e Roberto
Gli altri ....Protagonisti
Finalmente ... in vetta!
Il meritato riposo
Il Sognatore
Dream Team